“E’ veramente strano osservare come da un momento all’altro l’interesse degli uomini possa cambiare. L’altro giorno ancora giravamo per Tromsö; e i più bei negozi di profumeria, le migliori esposizioni di dolci, i depositi meglio forniti di scarpe non ci avrebbero certamente fatto voltare la testa. Ebbene, questo pomeriggio un uomo della spedizione aveva aperto il suo baule che stava sul ponte di poppa per cercar qualche cosa. In un batter d’occhio fu circondato da una schiera di curiosi.”
Roald Amundsen
A bordo della Kon-Tiki, la zattera di balsa progettata dal norvegese Thor Heyerdahl e Hermann Watzinger che, attraversò l’Oceano Pacifico nel 1952 percorrendo 4000 chilometri in circa 100 giorni di navigazione, vennero caricate moltissime provviste di cibo tra cui ben seicentottantaquattro barattoli di ananas!
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La più sfortunata spedizione nella storia delle Grandi Esplorazioni conosciuta come l’avventura di Cooper’s Creek, porta il nome di Robert O’Hara Burke. Sfortunato destino, l’incontro con la morte per inedia e un paio d’inimmaginabili coincidenze, furono gli ingredienti di quella che è stata definita la spedizione più monumentale del secolo XIX e che si concluse con un’inchiesta. Cosa non aveva funzionato? Chi fu il responsabile di quella tragedia? Rimase un unico superstite, John King, testimone prezioso di quella che doveva essere la grande vittoria sullo “spaventoso nulla”.
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“La cosa peggiore, ad essere fatalisti, per i passeggeri di fine Ottocento imbarcati sui cosiddetti Liners, le possenti navi da crociera a carbone, impiegate nella traversata dell’Atlantico, era il mal di mare. I passeggeri ne soffrivano a tal punto da rinchiudersi nella loro cabina per tutta la durata del viaggio e l’ossessione terminò solo dopo la II Guerra Mondiale, grazie all’invenzione della dramamina”.
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La più sfortunata spedizione nella storia delle Grandi Esplorazioni conosciuta come l’avventura di Cooper’s Creek, porta il nome di Robert O’Hara Burke. Sfortunato destino, l’incontro con la morte per inedia e un paio d’inimmaginabili coincidenze, furono gli ingredienti di quella che è stata definita la spedizione più monumentale del secolo XIX e che si concluse con un’inchiesta. Cosa non aveva funzionato? Chi fu il responsabile di quella tragedia? Rimase un unico superstite, John King, testimone prezioso di quella che doveva essere la grande vittoria sullo “spaventoso nulla”.
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Una figura professionale molto ricercata nel Medio Evo che non compare più ai giorni nostri tra i tanti camerieri, chef d’alto rango, beachmen e g.e.o. (gentile animatore), era il FUGATOR RANARUM. Colui che provvedeva a far tacere le rane negli stagni per non turbare il sonno degli insigniti ospiti!
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“Beatrice Muller, ad ottanta anni ha deciso di unire la propria vita alla cabina numero 4068 sul quarto ponte della Queen Elisabeth II”…
La Stampa, Agosto 2001
Vedova, golosa di gelati, chissà se la signora Muller è ancora corteggiata come un tempo? Gli intrecci d’amore è risaputo, erano l’attività prediletta dei passeggeri di prima classe, durante le traversate transatlantiche dell’ Ottocento a bordi dei”liners”.
Leggi –> Crociera
Henry Morton Stanley era un uomo irremovibile, abituato alla ferrea disciplina militare, un impavido personaggio pieno di manie, ambizioso e testardo. Durante il lungo viaggio in Africa datato 1871 alla ricerca del Dottor Livingstone, entrò nella regione invasa dalla mosca tse-tse. Era stato avvisato, avrebbe perso molti uomini e tutti gli animali portati al seguito. Ma lui era cosi caparbio che volle dimostrare di essere più forte. Si fece pungere a sua volta, e dopo la puntura disse, “ricordava quella di un ago piantato molto energicamente, il cui risultato fu solo una certa sofferenza.”
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Protagonista indiscussa dell’arte di viaggiare è la valigia. Essa conteneva ciò a cui il viaggiatore dell ‘800 non poteva rinunciare. I preparativi per un viaggio, anche breve, erano minuziosi e richiedevano molto tempo. Tutto era curato nei minimi particolari. La contessa de Pange descrivendo il viaggio da Parigi per le terme di Dieppe (durata quattro ore), disse:
“Ci si preparava con cura come se fossimo dovuti partire per la Cina. Portavamo con noi vari panieri, e un’intera batteria di coperte, flaconi di sale, acqua di colonia, alcol alla menta, scialli, ventagli, piccoli cuscini e uno spaventoso vaso da notte di caucciù che mi metteva in subbuglio al solo vederlo”.
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Il vestito da montagna indossato da Mlle d’Angeville, la prima donna che nel 1838 scalò il Monte Bianco, fu appositamente disegnato da lei. Era fatto di lana a scacchi, comprendeva un paio di calzoni alla zuava, una giacca molto lunga, un enorme berretto con piuma e un largo boa nero. Sopra all’abito indossò un cappotto imbottito di pelliccia e lungo fino ai piedi.Il caldo fu assicurato, ma la fatica per la donzella fu immane: il vestito pesava ventuno libbre, quasi undici chili…
Leggi –> H. d’Angeville
Botanica e disegno erano i diletti preferiti di William Bartram, che nel 1773 fu tra i primi naturalisti a esplorare le terre vergini del Nord e gli Stati Uniti del Sud. Fu il primo scienziato a ritrarre la gru canadese, poi però, terminato il disegno, fu costretto a mangiarla per cena…
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“…in treno mi annoio a tal punto, che dopo cinque minuti incomincio ad urlare per il fastidio. Gli altri, nel vagone a fianco, credono che sia un cane dimenticato da qualcuno; nient’affatto, sono io che mi sto lamentando!”.
Flaubert, 1864
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Nel 1950 James Huston approdò sulle rive della baia di Hudson e visse quattordici anni fra i ghiacci. Grazie al suo amore per la cultura locale degli sperduti luoghi artici, ha fatto conoscere al mondo l’arte degli Inuit, gli eschimesi. Visse con loro imparando la cultura e le usanze e anche come costruire l’igloo. Gli igloo avevano una finestra, formata da una lastra di ghiaccio spessa da 10 a 15 cm, ma ghiaccio di lago non di acqua salata perché risulterebbe opaco!
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Il jerry da viaggio era noto in Italia nei primi anni del Seicento. Chi viaggiava in carrozza disponeva di “cantarelli da viaggio”, ovvero di vasi collocati sotto i sedili del veicolo, spesso il sedile era bucato e bastava sollevare il cuscino…Non esistevano ancora gli autogrill e i viaggiatori del passato avevano non pochi problemi in fatto di toilette!
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