La visione greca del mondo era in origine ristretta ai paesi situati intorno al mare Egeo, ma già dalla metà del secondo millennio prima di Cristo i navigatori di Creta diffondevano i prodotti dell’isola quasi ovunque nel Mediterraneo.
Navigatori sulle loro orme furono i Micenei prima e i Fenici dopo che riconoscevano tutte le coste di quel mare e vi fondarono stazioni nelle quali transitavano merci e persone.
E’ possibile che i Micenei giunsero anche sul mar Nero e sul mar Rosso mentre i Fenici si avventurarono sicuramente fuori dello stretto di Gibilterra, dove fecero nascere una fiorente stazione in Gadir (Cadice). Questi primi navigatori furono in qualche modo i precursori del vasto movimento di espansione che intorno al secolo VIII stabilì colonie su quasi tutto il perimetro del Mediterraneo e del mar Nero. Si tratta di un’epoca lontanissima della quale non abbiamo moltissime informazioni e dunque pochissimi sono i nomi di navigatori o esploratori giunti fino a noi, alcuni dei più citati sono:
-Coleo di Samo: dalla Cirenaica avrebbe compiuto la traversata fino alle Colonne d’Ercole;
-Eutimene di Marsiglia: probabilmente giunse sino fino alla foce del Senegal; -Annone di Cartagine: che pare sia giunto al golfo di Guinea.
Circa quattrocento anni dopo, e cioè nel secolo IV a.C., si accrescono le cognizioni sull’Asia e sull’Africa in seguito alle spedizioni di Alessandro Magno e dei suoi successori, dei Seleucidi in Asia, dei Tolomei in Egitto a cui segue un’enorme mole di materiali e informazioni sui paesi, sui popoli, sui prodotti, sui fenomeni delle terre nuove. Nella seconda metà del secolo il navigatore massiliota Pitea riconosce le terre affacciate all’Atlantico settentrionale, la Britannia, le coste del mare del Nord fino alla lontanissima Tule. Circa due secoli avanti Cristo, iniziano le navigazioni di Eudosso di Cizico sulle coste africane, quelle sulle coste prospettanti l’oceano Indiano fino all’Indocina (Chryse Chersonesos o Penisola d’Oro), a Ceylon (Taprobane), ai porti della Cina sudorientale, a Giava.
I romani esploratori
Il ruolo di grandi esploratori venne anche rivestito dai romani: le conquiste romane portarono alla conoscenza di regioni remote dai mari frequentati dal commercio greco: le Gallie, la penisola Iberica, la Germania, la Britannia. L’espansione dell’Impero Romano portava la propria influenza in terre sempre più lontane. L’Esercito romano arrivò fino al fiume Elba; si ebbero notizie del Baltico e della Scania o Scatinavia; con Traiano anche l’intero bacino del Danubio entrò nell’orbita delle conoscenze romane. L’ampliamento delle cognizioni geografiche riguardò anche l’Asia (Ponto, Armenia, Partia), l’Africa (Etiopia, regione sahariana, regione miliaca e probabilmente il Niger), le Canarie (isole Fortunate) e forse Madera.