Nel Medioevo la conoscenza delle civiltà antiche non fece molti passi in avanti e le informazioni acquisite rimasero per lo più limitate entro la cerchia di provenienza dei pochi viaggiatori; il Medioevo non fu pertanto un periodo di grandi scambi di informazioni. Questo però non significa che fu un periodo buio e privo di ansia di scoperta: solamente le esplorazioni rimasero note nelle aree in cui furono fatte. E’ il periodo che precede l’avvio della scoperta della terra da parte principalmente europea e i viaggi sono pertanto “localizzati”.
Per esempio i bizantini ebbero su alcune regioni dell’Asia centrale ampie conoscenze grazie a Cosma Indicopleuste; i normanni o vichinghi navigarono nell’Atlantico settentrionale fino alla scoperta di alcuni lembi dell’America, ma la scoperta rimase ignota all’ambiente culturale mediterraneo.
Anche di alcuni viaggiatori e geografi arabi come al-Bekri, Ibn Hawqal, Istakhiri, Muqaddasi o ebrei come Beniamino di Tudela, il mondo occidentale ebbe in genere echi vaghi e tardivi. Perchè?
Sicuramente molte sono le concause, ma tra di esse bisogna tener presente che i principali centri di cultura erano rappresentati da sedi monastiche, chiuse alle “novità” del mondo esterno.
Non stupisce dunque che la geografia, come scienza, abbia subito una battuta d’arresto; le opere di contenuto geografico vengono prese in considerazione per la maggior parte da scrittori della tarda latinità e così le carte geografiche risultano deformate e lontane dalla figurazione reale.
Nel 1200 i progressi della cartografia nautica e i viaggi terrestri in Asia, attraverso la via della seta, portano nuova linfa al mondo occidentale. Le prime relazioni con l’Asia centrale, stabilite sia dai pontefici sia dal re di Francia con ambascerie al Gran Khan dei Tartari, fruttarono preziose conoscenze dirette su paesi e popoli, anche se mescolate a notizie fantastiche. Alcuni “esploratori” dell’epoca furono il domenicano André de Longjumeau, i missionari Odorico da Pordenone, Giovanni da Montecorvino, i mercanti Niccolò, Matteo e naturalmente il più famoso Marco Polo. La fine del periodo medievale è stata convenzionalmente identificata con il viaggio oltreoceano di Cristoforo Colombo.
Alcune eplorazioni:
– Nella prima metà del ‘400 il veneziano Niccolò dei Conti naviga l’oceano Indiano fino all’Indonesia e dà notizie sul Giappone.
– La via del periplo africano per raggiungere l’oceano Indiano, già tentata dai fratelli Vivaldi alla fine del sec. XIII, viene ripresa circa un secolo dopo dai portoghesi allo scopo di raggiungere il paese della Guinea che si diceva ricco d’oro, e di allacciare relazioni col regno del Prete Gianni (Etiopia) con il concorso di navigatori italiani come Alvise Cà Da Mosto, Antonio da Noli.
– Grazie ad Enrico il Navigatore si scoprono il golfo di Guinea, e l’estuario del Congo.
– Nel 1487 Bartholomeu Dias supera l’estrema punta meridionale del continente africano e 10 anni dopo (1497-99) Vasco da Gama ne completa la circumnavigazione.