“Come antidoto alla melanconia si consiglia di studiare le carte geografiche e le vedute delle città”.
Robert Burton
Viene spontaneo un confronto con l’attualità, fare cioè i conti con la cronaca e precisamente alla voce “depressione”. Quante volte apprendiamo attraverso i media che questa patologia, vera e propria malattia, sta divulgando sempre più e affliggerà l’umanità? Non è vero che la depressione, un tempo chiamata melanconia, è una malattia legata al presente, anzi, fin dal 1600 essa fu oggetto di studio e molte persone ne soffrivano.
La malinconia era addirittura considerata nell’ Inghilterra del 1600, una malattia nazionale.Per ragioni climatiche ed ambientali, era a tal punto dilagante da diventare l’argomento culto di molti trattati medici tra i quali il più monumentale fu quello di un bibliotecario, Robert Burton.
L’Anatomia della melanconia, era un trattato di stile rinascimentale, un’immensa raccolta di quasi duemila pagine dettagliatissime, una ziqqurat di carta come è stata definita da Pietro Citati. Una giungla di argomentazioni e suggerimenti difficile da districare, tra citazioni sagge e altre palesemente pessimiste.
“Sperate miseri, cavete felices”
“Sperate sventurati, fate attenzione felici”.
Sulla spinta della teoria di Burton, ma da ricondursi più semplicemente all’esperienza di un dottore di città, il dottor Thomas Browne, nel secolo XVII consigliava al figlio svogliato e inappetente, di “viaggiare, di esporsi a climi non eccessivamente caldi e di trasferirsi in zone più fredde qualora la malinconia fosse ricomparsa”.
Cosa ci tramandano i viaggiatori del passato? In questo caso un utile consiglio, ma va detto che la cura era privilegio per le persone più abbienti che potevano permettersi di viaggiare. Qualche secolo più tardi, Bruce Chatwin scrisse osservazioni la cui analogia con la malinconia è evidente: analizzò l’irrequietezza dell’uomo, si pose contro la sedentarietà. L’uomo è irrequieto per natura, la sedentarietà ne prosciuga l’essenza. E oggi ci rimane la semplicità nelle parole degli ultimi capostipiti delle Carovane del Sale, una voce che viene da lontano, dal deserto, che profetizza: “solo camminando l’uomo si può salvare e purificare dai mali della vita moderna. La sedentarietà, quale peggior nemico dell’anima?”
Immaginare le pagine di un Atlante geografico…chissà se sarà di aiuto? Magari percorrendo qualche centimetro di Oceano Indiano o cercando le Isole Sopravento nel Mar delle Antille, tutto sembrerà un pò più bello…un motivo per sognare.