Esploratore italiano, S. Lazzaro Parmense l’11 agosto 1860 – morto in combattimento a Fellem il 17 marzo 1897.
Nel 1887 si recò in Africa come Capitano d’artiglieria e per due anni prestò servizio nelle truppe indigene occupandosi della conoscenza dei popoli e dei loro costumi e della raccolta di collezioni naturalistiche. Nel 1891, con pochi servi al eseguito, compì il viaggio mai fatto prima d’allora, da Massaua ad Assab. Rimpatriato, un anno dopo partì per una grande esplorazione sul Giuba e la compì felicemente attraversando territori completamente inesplorati. Gli era compagno nell’ardita impresa il Capitano Matteo Grixoni. Il 3 luglio 1895 ripartì per la Somalia con lo scopo di risalire il corso dell’Omo ed esplorare la regione fra l’alto Giuba, il lago Rodolfo e il Sobat. Lo accompagnavano il Tenente di vascello Lamberto Vannutelli, il Dottor Maurizio Sacchi e il Tenente Carlo Citerni. Durante questa spedizione, nella quale doveva trovare morte gloriosa, visitò Lugh e vi fondò una Stazione commerciale affidata il comando ad Ugo Ferrandi. Seguì quindi il corso dell’Ueb combattendo contro gli Arussi, visitò i Garra, i Bòran, gli Amarr Bambala e i Badditu. Scoprì, compiendone il perimetro, il lago Regina Margherita, risolse il problema della confluenza dell’Omo e visitò i laghi Rodolfo e Stefania. Quaranta giorni prima della sua morte venne assassinato il dottor Sacchi. I suoi compagni superstiti vennero fatti prigionieri e trattati come schiavi. Malgrado le dolorose dispersioni, i risultati scientifici furono ingenti e le varie raccolte vennero elaborate e studiate da molti specialisti. I resti di Bottego furono ritrovati e riportati in Italia da una spedizione guidata da Guelfo Civinini.